Museo Casa Carducci

Si trova in piazza Giosuè Carducci 5 a Bologna , inaugurato il 6 novembre 1921. Fu residenza del poeta Giosuè Carducci ,oggi sede di un Istituto culturale a lui dedicato che comprende la dimora storica con giardino e monumento inaugurato nel 1928 a lui dedicato dallo scultore Leonardo Bistolfi .

La casa, con gli arredi originali, dove poeta ha abitato dal 1890 fino alla morte (1907) .Biblioteca e archivio, casa-museo, raccolta di oggetti e documenti carducciani, centro di informazione specializzata sull’opera dello scrittore, centro per gli studi letterari del XIX e XX secolo. L’istituto è sezione speciale della Biblioteca dell’Archiginnasio.

Per quanto riguarda il patrimonio conservato, la biblioteca di Casa Carducci possiede attualmente più di 35.000 volumi (di cui 880 cinquecentine), 3.300 opuscoli, ritagli tratti da giornali e riviste con articoli di e su Carducci, i manoscritti del Carducci, l’epistolario del poeta costituito da 37.796 lettere inviate da circa 9.000 corrispondenti.

L’istituto cura e promuove la conservazione, la fruizione pubblica e lo studio dell’archivio letterario dello scrittore, nonché la valorizzazione della dimora storica, della casa museo e del giardino monumentale che la circonda.

L’edificio è stato costruito al primo decennio del XVI secolo, sul lato interno delle mura furono addossati una chiesa e oratorio . L’edificio rimase luogo di culto fino alla fine del XVIII secolo quando a seguito dell’occupazione napoleonica, la confraternita fu soppressa e il complesso devozionale, espropriato e venduto a privati .Dopo 1870 stabile va trasformato in casa per appartamenti .Nel vano di ex chiesa è stata costruita una scala a chiocciola per dare accesso ai diversi appartamenti.

Nel 1890 arriva Carducci con la sua famiglia , vi abitò, con la moglie Elvira fino la sua morte (1907)

Sala da pranzo con il quadro di Raffaele Santoro sopra la credenza e il quadro co l’immagine di Carducci nel dipinto di Vittorio Corcos . Salotto tutto in rosso con ricca documentazione fotografica con volti dei famigliari e amici.

Nel 1902 la dimora col il giardino compra Margherita di Savoia .Poeta era gravemente malato e bisognoso di un sostegno finanziario. Nel 1907 Margherita dona la casa biblioteca alla città di Bologna .In foto la sua sedia a rotelle e la fotografia di moglie Elvira Menicucci.

Il giardino e il monumento

Il spazio verde attorno la casa è stato trasformato in giardino nella prima metà dell’Ottocento. Il monumento eseguito nell’arco di quasi vent’anni da Leonardo Bistolfi terminato nel 1927, inaugurato nel 1928.Monumento il marmo di Carrara con la figura di Carducci seduto ,dietro di lui  l’altorilievo.

La composizione e suddivisa in tre campi che raffigura una sintesi dell’opera letteraria carducciana co due gruppi statuari ai lati : 1.Natura e il poeta e 2.Libertà sul sauro destrier della Canzone .

Secondo l’interpretazione di Bistolfi simboleggiano le componenti principali della poetica carducciana .Nel primo il sentimento della natura ,nell’altro la storia e la fantasia evocatrice .

Dietro del monumento troviamo dei arbusti e alberi ;allori, pioppi, cipressi e un bagolaro secolare. https://arte-4-you.com/2020/07/23/albero-monumentale-il-bagolaro-2/

SALA PIANO TERRA – MUSEO CIVICO DEL RISORGIMENTO

Il museo civico del Risorgimento è uno spazio espositivo dedicato principalmente al Risorgimento. La datazione dei reperti è ascrivile a un periodo compreso tra la prima discesa di Napoleone in Italia (1796) e la prima guerra mondiale (1918), con particolare attenzione ai cimeli legati al territorio.

Venne inaugurato il 12 giugno 1893 in una sala appositamente del palazzo Galvani. L’idea della creazione del museo era seguita al successo ottenuto dal “Tempio del Risorgimento” realizzato nell’ambito dell’Esposizione Emiliana del 1888. Fondatore e primo direttore fu l’ex-garibaldino Raffaele Belluzzi. Durante la prima guerra mondiale il museo raccolse testimonianze e memorie della “quarta guerra d’indipendenza” e soprattutto ricordi e documenti legati ai bolognesi caduti nel conflitto.


Nel 1990 il museo, affiancato dai depositi dei materiali museali e dalle strutture didattiche, venne trasferito nella sede attuale, al piano terreno della Casa Carducci, che fu l’ultima abitazione del poeta padre del mito del Risorgimento.

Nell’occasione venne realizzato un nuovo percorso espositivo.
Le vicende della città fanno da filo conduttore all’esposizione di cimeli, dipinti, armi, uniformi, bandiere, oggetti “patriottici” vari, corredati e completati da manifesti, stampe e opuscoli, provenienti dalla biblioteca annessa al museo. La biblioteca-archivio, specializzata in storia contemporanea (dalla fine del XVIII secolo alla Seconda guerra mondiale), raccoglie migliaia di volumi e opuscoli, periodici, centinaia di fondi archivistici, carteggi, stampe, fotografie cartoline, manifesti, documenti di storia postale e una ricca raccolta di tesi di laurea.

Porta Sant’Isaia eseguita da F.Biavati nel 1905 ,Modello in scala 1:50 .Oggi la Porta non esistente è stata demolita nel 1903.


La datazione dei reperti parte dall’età napoleonica (1796-1814), e passa alla Restaurazione (1815-1848), per giungere alle Guerre d’indipendenza italiane (1848-1866) e ai primi anni dell’Italia unita (1861-1914). L’ultima sezione è relativa alla prima guerra mondiale (1915-1918). Tutta l’esposizione è centrata sugli avvenimenti legati a Bologna e al suo territorio. Completano le collezioni una sezione di filatelia e di storia postale.

Festa dello statuo 1860 -il modellino ricostruisce parte di via Mercato di Mezzo(ora via Rizzoli) addobbata a festa e mentre è in corso una rivista militare realizzata dai studenti della scuola di scenografia dell’Accademia di Belli Arti di Bologna.

Cannone accanto al Museo del Risorgimento.

,,La casa dove abita Giosuè Carducci è quasi fuori della città, su le mura tra Porta Mazzini e Porta Santo Stefano. Si passa attraverso a via della Fondazza, a via del Piombo, ad altre ignote viuzze dai portici bassi, dal selciato tormentoso, a notte profondamente oscure e anche temute, così che mai gli amici lasciano oltre la mezzanotte il Carducci rincasare da solo. Ma in fondo a quella via stretta ed eccentrica un largo tra due siepi di verdura si apre, dando sùbito immagine di campagna libera: lì è la casa del Poeta. Al primo piano si passano tre camere dalle pareti coperte di scaffali e si entra nell’immenso studio. È una camera rettangolare che, a sinistra di chi entra, ha due finestre grandi su la valle del Savena senza vista di case. Come la porta rompe la parete da un fianco, proprio accanto alla porta è la lunga tavola dove il Carducci scrive, e presso la tavola in alto pende un ritratto grande della regina con la cortese dedica autografa. Tutto in torno, le mura sono coperte di libri disposti bellamente in ordine cronologico. Opere rare ed edizioni principi abbondano: massima gemma è una copia della Comedia nella prima edizione Aldina, dono di un ammiratore; la raccolta delle edizioni di Dante e di Petrarca è veramente cosa meravigliosa. Ma il Carducci più si compiace della sua collezione di opuscoli del risorgimento italiano, che è certo la maggiore d’Italia. Su la parete opposta alle finestre è uno scaffale a mo’ di [p. 8 modifica]cassapanca, che contiene i dizionarii; nel mezzo di esso sorge il busto di Dante, e dai lati in belle cornici i ritratti di Mazzini, di Garibaldi, di Hugo, di Mario e – reliquia dolcissima – una lunga ciocca dei capelli di Goffredo Mameli avvinta da un nastro di seta.” (Ugo Ojetti, Alla scoperta dei letterati, 1899)

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Tutte le foto sono state scattate al museo

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