Tutti ne parlano di sette segreti ma in realtà Bologna nasconde molti di più .Segreti curiosità, legende , storie e racconti.
1.Imbarazzante segreto del Nettuno.
Mattonella della ,,vergogna” porta al Imbarazzante segreto del Nettuno
La pietra nera –si distingue bene dal resto della pavimentazione – dalla quale possiamo osservare il gioco di prospettiva. Pietra detta “della vergogna” (si trova ai piedi della scalinata di ingresso della biblioteca Salaborsa che ne agevola la visione).
Particolare prospettiva crea un effetto ottico, che si ottiene solo guardando da dietro della fontana proprio dalla posizione della mattonella. Da quel punto vediamo Il pollice della mano sinistra tesa in avanti spuntando
dal basso ventre che sembra ben altro che un dito…Secondo una leggenda,
lo scultore Giambologna che la realizzò nel 1565 avrebbe voluto realizzare il Nettuno con i genitali più grandi, ma la Chiesa oppose il suo rifiuto. Lo scultore non accettando questa ingerenza in modo furbo disegnò la statua in maniera tale che da una particolare angolazione il pollice della mano tesa del Nettuno sembri spuntare direttamente dal basso ventre, facendogli suggerire (eretto) il genitale

2.La Piccola Venezia.
In via Piella sul Canale delle Moline si affaccia una piccola finestrella con una vista molto suggestiva di vecchia Bologna. Proprio in questo angolo della città scorre uno dei pochi tratti d’acqua che tra i primi del Novecento e il dopoguerra non fu ricoperto di asfalto. Il sistema dei canali di Bologna sviluppato gradualmente tra il XII ed il XVI secolo è stato creato allo scopo di collegare la città con il fiume Po e per fornire acqua ed energia meccanica agli opifici della città. Durante il Medioevo le vie d’acqua erano più efficaci ed economiche rispetto a metodi di spostamento via terra. Proprio grazie ad una gestione delle acque esemplare e innovativa Bologna poté sviluppare una fiorente industria, il cui punto di forza erano i mulini ad acqua.
Oggi è un posto magico e romantico il canale visto da via Oberdan ha una cancellata piena dei lucchetti dell’amore e la sera regala uno spettacolo unico con video e animazioni proiettati sul muro a tema ,,Antichi mestieri,, 👉 https://arte-4-you.com/2020/12/20/canale-illuminato-il-canale-di-reno-e-delle-moline-antichi-mestieri/

3.Il telefono senza fili.
Si trova sotto il Palazzo del Podestà ,è possibile comunicare da un angolo all’altro basta che due persone si avvicinano ai angoli diagonalmente opposti e parlano.Questa tecnica serviva ai frati di confessare i lebbrosi senza correre il rischio di contagio.

4. Bologna dotta- ,,Panum Resis,,
,,Panum resis,, – ,,conoscenza sta alla base di tutte le decisioni.,,
Questa scritta incisa si trova in una cattedra universitaria al Palazzo Poggi in via Zamboni 33 sul tavolo della sede dell’Alma Mater Studiorum.
5.Le tre frecce.
Tre frecce conficcate sul soffitto di legno del portico di ingresso della Corte Isolani
La leggenda narra che tre briganti, si trovassero sotto al portico di Corte Isolani per uccidere un nobiluomo .In certo punto una donna nuda si affacciò alla finestra e vedendoli prese ad urlare forte. Così le frecce, invece di colpire la vittima colpirono il soffitto. Che sia leggenda o realtà non sapremmo mai ma è anche vero che le frecce non si vedono facilmente ma con tanta fatico comunque con aiuto di una macchina fotografica con lo zoom finalmente ho scoperto che esistono per davvero.

6.,,Cannabis protectio ,,
“Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia“: il pane è vita, la cannabis è protezione, il vino è gioia. Tre affreschi ma più amata è la frase ,,cannabis protectio ,,si riferisce alla Bologna medioevale quando il commercio della canapa era fiorente e portava grandi ricchezze alla città. Ma pare che la frase non si riferisce solo alla ricchezza ma anche al miracoloso rimedio dai dolori fisici, quando la canapa veniva utilizzata come antidolorifico e sedativo.

7.Il vaso rotto in cima alla Torre degli Asinelli
Legenda dice che proprio in cima alla Torre degli Asinelli ci dovrebbe essere un vaso rotto che simboleggia l’abilità dei bolognesi nel risolvere dispute e conflitti.
Ricordate di non salire mai sulla torre prima di esservi laureati dicono che porta sfortuna e non riesca a portare a termine gli studi!

8.Formelle
il Palazzo del Podestà in piazza Maggiore a Bologna ricoprono 7.476 formelle ,fra tantissime formelle floreali appaiono anche teste di uomo, dei animali o stemmi, tutte diverse l’una dall’altra ormai tante irriconoscibili perché livellati dal tempo e dall’usura .Una leggenda dice ,che ci siano due bugnati con lo stesso ornamento .C’è anche una che rappresenta il tentativo di fuga di Re Enzo ,prigioniero nel vicino palazzo. 👉 https://arte-4-you.com/2020/09/05/non-tutti-sanno-che-il-palazzo-del-podesta-in-piazza-maggiore-a-bologna-ricoprono-7-476-formelle/
Dopo numerosi e controversi calcoli, nel 1927 un articolo di Giulio Ricci stabilirà il numero definitivo delle formelle del portico, quasi tutte diverse l’una dall’altra: 7.476

9.Il lampione dei neonati
Questo famoso lampione in stile liberty si trova all’angolo di palazzo Re Enzo, tra Piazza del Nettuno e Via Rizzoli al altezza di 3,5metri .Messo nel 1920 come un lampione per illuminare la strada .Lampione in stile Liberty è un vero gioiello della città che appartiene al Comune di Bologna. Nel 2012 lampione è stato restaurato ,da anni non illuminava più l’angolo della piazza e grazie ad un intervento di restauro diretto dall’architetto Francisco Giordano, la luce è stata ripristinata per la gioia di tutti abitanti. Una legenda che gira in tutta Italia dal 2012 – dice che il lampione è un messaggero di vita, è collegato a due dei più importanti ospedali bolognesi Sant’Orsola e Maggiore e ogni volta che in sala parto si celebra una nuova nascita, con l’apposito pulsante subito fa illuminare il lampione per annunciare a tutti coloro che passano di qua questa immensa gioia…….
Ma veramente è cosi? Purtroppo no ma tanti ci vogliono credere e non accettano la verità 👉 https://arte-4-you.com/2021/03/08/lampione-piu-bello-di-bologna-messaggero-di-vita-no-era-un-progetto-mai-compiuto/

11. ANTICHE UNITÁ DI MISURA
Nessuno ha notato? Si trova proprio in piazza Maggiore inserita nel basamento di Palazzo d’Accursio ,risale alla metà del XVI secolo .Si notano campioni di misura del coppo -1, del mattone bolognese -2 ,del piede bolognese- 3 , del braccio-5 , del doppio braccio- 4 e della pertica – 6 .

12.Il mascherone di palazzo Malvesia
Un pò di tempo fa.. … il vino stava versando direttamente dalla bocca di una faccia diabolica come da una fontana …
Proprio accanto alla chiesa di San Donato in via Zamboni si trova l’antico edificio di Palazzo Manzoli, e poi Malvasia, risalente al XIII secolo, di cui rimangono solo pochi archi. L’edificio subì diverse modifiche, prima nel XVI secolo e poi nel 1760 dall’architetto Francesco Tavolini. In questi tempi, le famiglie benestanti organizzavano feste rumorose e ricche con molti ospiti e cibo. Durante queste cerimonie, al fine di mostrare la loro ricchezza, grandi quantità di cibo furono gettate fuori dalle finestre, che caddero nelle mani della povera gente che apparve sotto le finestre dell’edificio. Più cibo gettava la famiglia, più mostravano la loro ricchezza. Infatti, la famiglia bolognese Malvasia versò generosamente vino attraverso un filo collegato a botti di vino installate in una faccia di pietra. Durante tali cerimonie, la bocca della testa versava abbondantemente vino come da una fontana …

13.Segreto della tagliatella bolognese.
Palazzo della Mercanzia( piazza della Mercanzia)nasconde un grande segreto .Una preziosa tagliatella d’oro conservata in teca nella antica sede della camera di commercio bolognese .Lo standard culinario della famosa pasta all’ uovo è stato depositato dalla Delegazione bolognese dell’Accademia della Cucina italiana il 16 aprile 1972. Le misure della tagliatella cotta stabilite corrispondono a 8 millimetri di larghezza (pari alla 12.270a parte della Torre degli Asinelli) equivalenti a ca. 7 mm da cruda. Lo spessore non è stato codificato con precisione, ma i maggiori esperti in materia sostengono che deve essere tra i 6 e gli 8 decimi di millimetro.
“la Corte di Cassazione con pronuncia n° 75 del 17.01.1980, ha
stabilito che solo alla tagliatella che risponde ai canoni fissati dalla Misura Aurea, cioè larga non più di mm 8 dopo la cottura, potrà
essere affiancato il termine “bolognese”.

14.l’effetto cannocchiale sulla Torre degli Asinelli
Qui abbiamo davanti un mistero più affascinante di Bologna.Questo Incredibile fenomeno possiamo ammirare nel corridoio monumentale dell’Ospedale Rizzoli, nel complesso di San Michele in Bosco dalla bellissima finestra .
Il corridoio è lungo di 162,26 metri . La finestra nord del corridoio è esattamente in asse con l’apice della torre degli Asinelli a 1407 metri di distanza. Muovendosi lungo il corridoio possiamo osservare notevole illusione percettiva : allontanandosi dalla finestra la torre sembra ingrandirsi e appare sempre più grande fino a coprire l’intera finestra centrale pure allontanandoci dalla torre! Al contrario andando verso la torre sembra rimpicciolire pure avvicinandosi! 👉 https://arte-4-you.com/2020/06/11/che-magia-eincredibile-leffetto-cannocchiale-sulla-torre-degli-asinelli/

15.,,Pissabraghe antibandito”
girando per la città troveremo curiose barriere e coni a Bologna,alcuni recinzioni semicircolari in ferro battuto oppure di raro ,colate di malta che prendono la forma di un cono, situate agli angoli di antichi palazzi e chiese. ….Ma cosa sono?

A Bologna è una apparenza rarissima e non ne parla nessuno….ma alcuni voci di Venezia raccontano di centinaia di gobbe antibandito per evitare che i ladri si nascondessero negli angoli bui (alla fine dell’800) in cui le strade erano poco illuminate .Da un lato queste “gobbe” servivano per impedire ai banditi di nascondersi negli angoli della città per fare agguati o sfuggire alle autorità. Fu per questo motivo venne inventato il mestiere del còdega“ – il “reggitore di moccolo”. Le recinzioni e le gobbe avevano anche „un’altra funzione“ Non impediscono solo ai criminali di nascondersi ,ma aiutavano a mantenere un decoro pubblico e impedire di urinare negli angoli . Per questo si chiamano anche “pissotte” o ,,pissabraghe” .Direi che Pissabraghe suona anche familiare essendo a Bologna. Questi decori troviamo anche in altre città come Bari o Catania ma sempre sporadicamente. Troviamo piuttosto più recinzioni che gobbe. Tuttavia, Venezia senza dubbio è la capitale delle ,,pissiotte”.
Chi cmq ci provava lo stesso urinando su un piano inclinato, infatti, rischiava di ricevere tutti gli schizzi addosso e, per questo motivo, si iniziò a evitare di farla nei angoli. Invece le recinzioni non permettevano di entrare nel angolo.
Questi arredi avevano la funzione di “decoro urbano” che anche oggi sarebbero in qualche modo tornati utili .Incredibile come difficile tenere le città pulite ed impedire di urinare nei angoli ….Un problema perenne di ogni città.
Come testimonianza che il problema esisteva già da secoli troveremo un quadro alla Pinacoteca Nazionale a Bologna di Giuseppe Maria Crespi ,,Scena di cortile ,, Anche il gatto sembra di non essere d’accordo ma poi la scena fa capire che è una routine quotidiana.

,,Uno squarcio sulla realtà della Bologna settecentesca quasi un’immagine presa dalla vita quotidiana delle classi più umili rappresentate con umanità e con un pizzico di ironia. Nel cortile di una casa umida e malsana un an’ anziana donna impegnata a lavare il bucato si intigna per la sfacciataggine dell’uomo scalzo che si accosta al muro per URINARE .Sullo sfondo nella penombra una giovane madre intenta a sfamare il figlio si volta un pò divertita a osservare la scena,,
16.Madonna del Campanello
Madonna della Compagnia dei Drappieri ,,Madonna del Campanello”
Dai bolognesi chiamata ,,Madonna del Campanello”, perché quando la tela che la copre viene alzata per mostrarla al popolo, è anche suonata la piccola campana appesa alla sua sinistra e ben visibile nella foto
Piazza Ravegnana-Questo Spettacolo possiamo osservare solo pochi giorni al anno .
La statua di solito non è visibile, protetta da una tenda rossa che viene tolta nei giorni in cui l’immagine della Madonna di San Luca è trasportata dal Colle della Guardia in Bologna. Scultura di Gabriele Fiorini, della seconda metà del secolo XVI. Si trova in una nicchia del palazzo dei Drappieri (o detto anche palazzo Strazzaroli), di fronte alle due torri. Il palazzo fu costruito fra il 1486 e il 1496, architetto Giovanni Piccinini da Como. Il balcone su cui si trova l’edicola è un’aggiunta posteriore.

17.La moglie del GIGANTE
Bassorilievo in centro di fontana sulla scalinata del Pincio, (eseguita da Diego Sarti (1859-1914) e Pietro Veronesi, su disegno di Muggia e Azzolini) Rappresenta una ninfa assalita da una piovra. Sarà chiamata volgarmente “la moglie del Gigante”, cioè del Nettuno, e Giosue Carducci le dedicherà un famoso sonetto (1898) all’interno della raccolta “Rime e ritmi”. Mi è venuto un dubbio è una Ninfa o una Sirena? Sono due cose ben diverse. Ninfa cmq è stata rappresentata sulla fontana ma poi Carducci la descrive come Sirena.

LA MOGLIE DEL GIGANTE
il nettuno
Bianchi verni, estati ardenti,Quante mai pesâr su me!
Trapassar maree di gentiVidi e nuvole di re.
Bella mia, dal fondo algoso Del mar nostro vieni su!
In te vuole il suo riposo La mia bronzea gioventú.
la sirena
Dal confin che il sol rallegra Qual mai voce risonò?
Di quest’acque immense l’egra Solitudin lascerò.
O tu azzurro il crine e il dosso Bel cavallo, a me, a me!
Vo’ vedere il sole rosso E la faccia del mio re.
il nettuno
il mio petto si confonde Di lassezza e di desir.
Bella mia, per le glauche ondeNon ti sento anche salir?
Bella mia, quando in ciel dorme La caligine lunar
Ne la veglia de le forme Ci vogliamo disposar.
la sirena
Ahi, mio re! l’informe eterno Demo gorgone non vuol,
E la tenebra d’inferno Mi sorprende in faccia al sol.
Ahi, mio re! la tua carezza Chiedo in van, son tratta giú;
E fu in van la mia bellezza Com’è in van la tua virtú.
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