Visitiamo l’ultima casa di Petrarca, dove lo scrittore concluse la sua vita.
Francesco Petrarca (1304-1374) è stato uno dei primi poeti italiani, scrittore del primo Rinascimento, filosofo e filologo italiano, considerato il fondatore del periodo dell’umanesimo europeo.
La casa di Petrarca si trova sui verdi colli Euganei nel piccolo borgo di Arquà Petrarca, vicino a Padova. Nel 1369 Francesco Petrarca decise di trasferirsi proprio ad Arquà, forse perché questo luogo gli ricordava molto il paesaggio toscano che amava. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita in completa tranquillità. . Nel 1868, dopo l’incorporazione del Veneto nel Regno d’Italia, si decise di cambiare il nome del paese da Arquà ad Arquà Petrarca in onore del poeta.

Perché visitare la casa di Petrarca.
Arcquà Petrarca stessa è un bellissimo borgo medievale, che nel 2017 si è classificato al secondo posto tra i 20 borghi più belli d’Italia secondo “KILIMANGIARO” 2017, RAI 3.
, è una splendida occasione per vedere la casa ben conservata dello stesso Petrarca, conoscerne la storia e visitare il luogo in cui il poeta visse più di 700 anni fa.
Visita della casa

I muri e le pietre sono gli stessi di secoli fa, quando il poeta sedeva nel suo studio, passeggiava per la casa e camminava nel giardino, le siepi verdi che si estendono davanti alla casa come un tappeto verde e il sentiero che conduce ai due ingressi della casa, uno al piano terra e l’altro al primo piano.
Ancora più suggestivo è l’ingresso dell’antica villa in pietra con l’aria un po’ fresca e umida e l’odore di “quel tempo”, vari cimeli in vetrine, libri e persino la sedia e l’armadietto di Petrarca, ancora presenti nel suo studio. Molte pareti sono decorate con afreschi e dipinti che si riferiscono alle opere e alla vita dello scrittore.
Descrizione delle sale
Sala centrale (“Sala delle Metamorfosi”)

I dipinti della sala centrale provengono dalla ricostruzione effettuata da Paolo Valdezocco nel XVI secolo. Gli affreschi sono ispirati alle opere del Petrarca. Le scene sono dipinte nella fascia superiore, mentre la parte inferiore delle pareti è decorata con motivi ornamentali che imitano i tessuti damascati, forse ripresi da un’antica decorazione trecentesca ancora in parte visibile nello studio. Gli affreschi, stilisticamente simili ad alcuni dipinti eseguiti a Padova alla metà del XVI secolo, sono attribuibili ad almeno due artisti attivi a Padova nella seconda metà del IV secolo, la cui identità è sconosciuta.

Le decorazioni pittoriche raffigurano scene ispirate alle allegorie della canzone di Petrarca, “Nel dolce tempo della prima etade del Canzoniere”.
La Sala di Venere (sala del caminetto)

è probabilmente la camera da letto di Petrarca; sulla mensola del camino, un dipinto ben conservato raffigura Venere con Vulcano che forgiano le armi per Cupido e su una delle pareti,

In una teca, è esposto il gatto imbalsamato di Petrarca, che spesso lo accompagnava quando scriveva.
Lo studio di Petrarca

La stanza è un luogo di lavoro e di meditazione dove Petrarca conservava i suoi preziosi libri la famosa sedia in stile moresco e la libreria del poeta. Subì diverse modifiche nel corso degli anni fino al 1919-1923, quando fu restaurata come il poeta l’aveva adattata: un’unica piccola stanza con una finestra che si affaccia sul retro della casa. Sulle pareti sono ancora visibili le decorazioni trecentesche, raffiguranti sfaccettature colorate e, sotto di esse, un fregio costituito da uno stemma, in cui si riconosce una striscia dorata in campo azzurro, identificativa dello stemma di Petrarca. Fu nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1374 che il poeta morì in questa stanza, immerso nelle proprie note….Il poeta fu sepolto poco distante dalla casa, e oggi possiamo visitare anche la sua tomba monumentale in marmo rosso di Verona, che si trova di fronte alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
La Sala della Visione
La Sala della Visione è un fregio dipinto che raffigura scene ispirate alla canzone di Petrarca “Standomi un giorno solo a la finestra del Canzoniere”. Sono rappresentati sei diversi dipinti, a partire da sinistra dal ritratto di Petrarca.

Pace d’Africa conosciuta anche come Cleopatra o Lucrezia
Il primo nome deriva dalla prima serie di dipinti di ispirazione africana che raffigurano il poema latino di Petrarca sulle imprese di Scipione d’Africa. Il secondo nome deriva da un rilievo dipinto del XVI secolo che raffigura l’eroina di Roma morente, Lucrezia. Il dipinto è collocato in un’alcova sopra la porta della saletta a destra. Sulla mensola del camino, sopra la figura di Cleopatra, è raffigurata la poetessa Safona mentre si getta da una scogliera nel mare dell’isola di Lefkada. Le tre eroine descritte da Petrarca sono accomunate dalla loro tragica fine suicida e formano cicli letterari e pittorici ispirati a donne notevoli del XVI secolo.
Sala di sinistra e sala di destra

La stanzetta di sinistra e quella di destra rappresentano i locali di servizio della sezione padronale e il passaggio alla sezione rustica. Non sono rimaste tracce
Breve storia della casa
È probabile che la casa sia stata donata al poeta dall’amico Francesco I da Carrara, signore di Padova. Petrarca decise di occuparsi personalmente del restauro della proprietà. Il piano terra fu riservato a lui e alla sua famiglia, mentre i piani superiori furono utilizzati per la servitù. Il poeta si dedicò all’abbellimento dello studio e alla cura del giardino, nel quale amava trascorrere la maggior parte delle sue giornate.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1374, l’edificio e la biblioteca furono ereditati dall’amato genero Francescuolo da Brossura. In seguito, la proprietà passò nelle mani della famiglia Giustinian e di altre famiglie veneziane, finché, nel 1875, fu donata dal cardinale Silvestri al Comune di Padova, con la clausola che nessuno avrebbe potuto abitarci.
vecchie decorazioni, forse non erano presenti fin dall’inizio. Nella saletta a sinistra si trovano dipinti a olio su tavola: Ritratto (Laura) di autore anonimo che imita i costumi del XV secolo, Ritratto di Francesco Petrarca di Leopoldo Toniolo (1833-1908), (Incontro di Petrarca e Laura) di Elisa Benato Beltrami (1812-1888).

Le modifiche più significative all’edificio furono apportate a metà del XVI secolo dall’allora proprietario Paolo Valdezocco, che voleva farne un museo di cimeli e reperti petrarcheschi. Furono aggiunte una loggetta e una scala esterna per consentire l’accesso al primo piano – nella falsa convinzione che questa fosse la residenza più adatta al grande poeta e alla sua famiglia – e furono apportate modifiche alla disposizione delle stanze interne.
Lo stesso Valdezocco commissionò affreschi cerimoniali raffiguranti la vita e il contenuto di alcune opere del poeta. La decorazione della sala centrale raffigura scene ispirate a composizioni del ciclo del “Canzoniere”, mentre la sala “Africa” rievoca le gesta di Scypion di Sfranco contenute nel poema epico
in latino intitolata “Africa”; la camera da letto denominata “di Venere” prende il nome dalla dea qui raffigurata accanto al dio Vulcano che forgia le frecce di Cupido.
Tra il 1906 e il 1985 sono stati effettuati numerosi restauri che hanno reso questo luogo accessibile a un numero sempre maggiore di visitatori.
Dopo la visita alla casa, vale la pena di visitare anche la tomba del poeta, situata nelle vicinanze in Piazza Francesco Petrarca.
I biglietti sono disponibili al costo di 5 euro (ridotto a 2 e 3 euro) prima dell’ingresso del museo.
Via Valleselle 4 , Arcqua Petrarca
Orari di apertura: dal martedì alla domenica
9.30 – 12.30 , 15.00 – 19.00 dal 1° marzo al 31 ottobre
9.30 – 12.30 , 15.00 – 17.30 dal 1° novembre al 28 febbraio
Se ivece non riuscite ad andarci si pùo visitare la casa virtualmente
https://www.collieuganei.it/virtualtour/casa-del-petrarca
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