Fare San Michele fa riferimento all’atto del traslocare, traslocare spesso per costrizione . Prima della riforma dei patti agrari, infatti, i traslochi si eseguivano il 29 di settembre, giorno dedicato al santo. Figuratamente l’atto di mettersi le dita nelle narici che ricorda appunto l’azione di staccare i quadri in vista di un trasloco.
San Michele chiude una fase importante del ciclo agricolo, culminante nel periodo dell’equinozio autunnale, in cui la maggior parte dei frutti raggiunge la completa maturazione per cui Il giorno di San Michele si concludevano i contratti agrari d’affitto quando si doveva lasciare la casa era il giorno che si faceva trasloco.
Per questo si diffusero i detti: “Fare San Michele”, cioè traslocare, e “San Michele ribaltato”, riferendosi ad un fatto spiacevole con conseguenze non prevedibili, come quando si rovesciava un carro con tutto il suo carico, durante la miseria di quei traslochi forzosi.
Alcuni esempi storici

Foto del Museo Civico del Risorgimento L’Epopea Risorgimentale (1848-1860)La stampa illustra in chiave satirica la partenza degli austriaci da Bologna. Nel parlato bolognese “fare san Michele” significa traslocare.

Dal libro -,,Bologna tra storia e osterie: viaggio nelle tradizioni enogastronomiche”
Di Alessandro Molinari Pradelli
Rara insegna “AFFITTASI ”

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